Due studentesse del Lunardi premiate al 7° concorso letterario "Monia Delpero"

7° concorso letterario Monia DelperoComunichiamo con piacere che le studentesse, Madalina Taranu di 5ER e Chiara Castrezzati di 5CL sono tra le vincitrici della 7^ edizione del Concorso Letterario “Monia Delpero”, indetto da Casa delle Donne.

La premiazione avrà luogo giovedì 16 maggio p.v. presso l'Auditorium S. Barnaba con ingresso classi dalle ore 8.30.

Di seguito i testi selezionati per la pubblicazione nel libretto premio:

NEL LABIRINTO

Nel labirinto digitale delle nostre vite,
dove il tocco è sostituito dal click,
dove il cuore pulsante si fa byt,
l’eco di un’emozione risuona in un tick. 

Sotto il mantello elettronico del presente,
le relazioni danzano al ritmo del web,
s'incrociano sguardi, lontani e differenti,
in un'orchestra di emoji e di chat. 

Il filo sottile che lega le anime,
non è più di carne e di sangue,
ma di pixel e di codici, linee e frame,
nell'universo digitale che oggi ci sfama.

 Le distanze si accorciano in uno schermo,
mentre le parole volano senza respiro,
ma nel cuore dell'uomo, c'è ancora un desiderio,
di un contatto vero, di un abbraccio sincero.

E così navighiamo, tra segnali e onde,
sospesi tra il reale e il virtuale,
cercando il calore di un'emozione profonda,
nella fredda luce di un display illuminato.

(Madalina Taranu, 5E RIM, I.I.S. Astolfo Lunardi, Brescia)

"Divario generazionale”
(di Castrezzati Chiara, 5CL, I.I.S. A. Lunardi)

 Un giorno una ragazza decise di intraprendere un viaggio nel tempo.
Originaria dell'Ottocento, il suo nome era Ilaria Contempo.
Dopo aver rimuginato sulla scelta dell'epoca sconosciuta,
concluse che quella a noi contemporanea le sarebbe maggiormente piaciuta.

 Così entrò in auto e si allacciò la cintura,
preparandosi ad affrontare una nuova avventura.
Premette l'acceleratore, si mise per un po' al volante
e arrivò negli anni Duemila in meno di un istante. 

Scintillanti grattacieli le apparvero davanti,
tutte le persone nei dintorni indossavano i guanti.
Il clima era freddino, il cielo nuvoloso,
Ilaria si aggirava con sguardo curioso. 

Osservò famiglie, gruppi di amici e coppie di fidanzati;
si addentrò in diversi parchi, negozi e supermercati.
Nel complesso, era davvero un'epoca spettacolare,
ma non potè fare a meno di notare un particolare.

Decise di chiarire quel dubbio che le era sorto
e fermò una ragazza bionda dallo sguardo assorto.
"Ciao, per caso ti conosco? Come ti posso aiutare?"
"No, ma potresti rispondere a una domanda senza giudicare?"

 La giovane annuì e Ilaria le chiese, leggermente agitata,
della scatola elettronica da tutti i passanti utilizzata.
La bionda soffocò una risata e cominciò a spiegare:
"Quello che descrivi si chiama ”telefono cellulare”; 

i compiti che può svolgere sono veramente tanti:
puoi giocare, fotografare e contattare persone distanti,
tramite chiamate, messaggi e, grazie a Internet, tutto il mondo 
può accedere a un'infinità di informazioni in solo qualche secondo." 

"Grazie mille!" sorrise Ilaria, sembrava davvero perfetto,
ma non riusciva a credere che non avesse un difetto.
Ad un certo punto lo schermo della ragazza si illuminò,
lo guardò per poco, poi un'espressione seccata mostrò. 

"Scusa, ti senti bene?" Si preoccupò la donna ottocentesca.
"È solo il mio fidanzato impegnato nell'ennesima scenata bambinesca.
Se non rispondo subito diventa troppo geloso,
continua a mandare messaggi ed è davvero fastidioso!

 Sono obbligata a condividere la mia posizione
e le mie password, per accedere a qualsiasi applicazione,
non si fida di me, sostiene che io lo possa tradire
e mi riempie di domande fino a farmi impazzire. 

Quando siamo lontani, non fa altro che contattarmi,
ma, quando siamo vicini, trascorre poco tempo a parlarmi,
preferisce giocare col telefono e con gli amici.
Quanto mi mancano i giorni in cui eravamo felici!"

Iniziò a singhiozzare tristemente e Ilaria l'abbracciò.
Nel mentre, la donna un discorso d'incoraggiamento preparò:
"Sai, non mi crederai, ma vengo da un'epoca anteriore
e ti assicuro che, se ti controlla, non è vero amore. 

Non sono cresciuta con la vostra odierna e avanzata tecnologia,
quando l'ho vista, credevo che fosse la cosa più spettacolare che ci sia,
ma, per colpa di essa, potrei essere costantemente monitorata
e la sola idea mi ha fortemente spaventata.

 Da quello che mi hai raccontato, può unire persone distanti,
ma allo stesso tempo, allontana quelle a te davanti,
può intrattenerti e fornirti un grande quantità d'informazioni,
però, contemporaneamente, crea intoppi nelle relazioni".

 Nonostante le lacrime, ella seguì il ragionamento attentamente
e concordava con il discorso di Ilaria pienamente.
"È vero, questa generazione non aspetta pazientemente la posta,
ma trae innumerevoli conclusioni da un visualizzato senza risposta, 

se appari come "online" sei tenuto a rispondere immediatamente,
anche se sei davvero impegnato e non un nullafacente,
altrimenti come "il cattivo della situazione" vieni giudicato
e spegnere il cellulare è come rimanere isolato

 dal resto del mondo, che non è in grado di vivere senza
e, se ti capita, durante una discussione, di perdere la pazienza,
puoi bloccare il contatto e non dare alla questione tanta importanza,
ma non si può scappare dal conflitto quando ci si trova nella stessa stanza.

 Per non parlare dei social, che si basano sulla finzione.
L'apparenza conta, non deve trasparire alcuna vera emozione,
l'importante è sembrare sempre sicuri di se stessi 
e accettare il fatto che tutti gli user connessi

 potrebbero conservare il contenuto da te postato
e che il tuo account rischia spesso di venire hackerato:
significa che qualcuno potrebbe impossessarsi dei tuoi dati
e controllare senza consenso i tuoi messaggi privati.

 È però il cyberbullismo il "male in assoluto":
tramite Internet, una miriade di gente ha ancora ricevuto 
qualsiasi tipo di insulto, cattiveria e maledizione
per aver semplicemente espresso la propria opinione."

 "Ti ringrazio della spiegazione, la tua riflessione mi spaventa
e, nonostante i problemi ottocenteschi, sono contenta
di essere nata in quel periodo. Ma, prima di tornare,
vorrei conoscere il nome della ragazza spettacolare

 con la quale ho avuto l'immenso onore di parlare
e alla quale vorrei tanto far osservare 
che questo "internet" non esisteva prima del Novecento
e che la sua presenza non giustifica un tossico atteggiamento."

"Grazie mille del tuo sostegno, mi hai aperto gli occhi
e, ad ogni modo, piacere, mi chiamo Elisa Balocchi."
"Sono io a doverti ringraziare, per la pazienza e per l'immensa cortesia
di aver condiviso con me la tua esperienza con la moderna tecnologia. 

Io sono Ilaria Contempo, ed il piacere è tutto mio.
Ora ti devo salutare, ma spero che non sia un addio."
"Lo desidero tanto anche io, ti auguro un buon ritorno.
Contattami subito, se hai intenzione di tornare qui un giorno.”

 E così Ilaria risalì sulla macchina inventata
nell'epoca storica appena visitata,
arricchita da nuove conoscenze e consapevole dei vantaggi della tecnologia,
ma anche di come essa sia capace di condurre alla follia!